Generazione Europea

Aprile 2010, lezione universitaria di Storia comparata dei sistemi politici europei, come esercizio affidato dal professore a ciascuno studente stavo presentando alla classe un evento particolare della storia Europea: il Putsch di Monaco, un evento troppo spesso dimenticato,

Nell’analizzare le conseguenze del fallito colpo di stato, evidenzio come il futuro dittatore spese in galera solo pochi mesi, invece dei 5 anni previsti dalla sentenza. Il professore mi interruppe per dire: “chissà cosa sarebbe successo se fosse veramente rimasto in galera per 5 anni”, ne seguì una pausa, “ma, la storia non si fa né con i se e né con i ma” concluse, dandomi nuovamente la parola. Da allora mi capita di pormi l’interrogativo “e se?”. In questo periodo storico, fatto di scetticismi, di evoluzioni che non arrivano, di promesse da mantenere, di voci inascoltate e di sogni mai realizzati, perché non chiedersi allora “e se non ci fosse l’Unione Europea?”.

Noi di Europeenses, insieme alla nostra generazione e a quella che viene dopo di noi, siamo nati circondati da un sistema che vedeva l’Europa nella nostra vita quotidiana. Noi siamo la generazione dell’Erasmus, programma che l’UE ha creato nel 1987 quando alcuni di noi non erano neppure nei pensieri di mamma e papà (io si, e forse gli provocavo anche qualche notte insonne in quel periodo…). Siamo la generazione degli smartphone e da oltre un anno possiamo viaggiare in giro per l’Europa senza doverci preoccupare del roaming, utilizziamo i nostri telefonini per navigare e grazie a Galileo la nostra posizione e le relative indicazioni sono ancora più precise. Siamo la generazione delle compagnie aeree low cost, ma, senza le politiche UE, i nostri weekend al sole a Madrid – durante i quali non dobbiamo fare il cambio della moneta – non potremmo neppure sognarceli (per non parlare poi dei diritti dei passeggeri). Siamo la generazione che a casa ha almeno 3 diversi contenitori per la raccolta differenziata, l’UE è da sempre il punto di riferimento a livello mondiale per le innovazioni in termini tecnologici a salvaguardia dell’ambiente anche con un sistema legale che guarda al futuro. Siamo la generazione delle start-up, tra il 2014 e il 2020 l’UE avrà erogato oltre 2 miliardi di € per start-up che, una volta operative, potranno usufruire del gigantesco mercato unico europeo che…indovinate da cosa è nato?

Siamo la generazione che sta vedendo cosa significhi lasciare l’Unione Europea, a riprova che i benefici dell’appartenere a un gruppo – seppure talvolta non omogeneo – saranno sempre superiori a quello che si può ottenere facendo tutto da soli. Chiederci “e se lasciassimo l’UE?” è un qualcosa che anche i più euroscettici politici italiani hanno smesso di fare!

Siamo la generazione dell’Unione Europea, e parteciparne attivamente farà bene a noi e al nostro futuro di cittadini Europeenses.

Enrico Parini

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