L’UNICA IMMIGRAZIONE SOLIDALE È QUELLA LEGALE

Traffico di esseri umani con migliaia di morti in mare, aumento degli arrivi di immigrati illegali sul territorio nazionale che fomentano il lavoro in nero con salari da fame e nessun diritto garantito, manodopera a disposizione della criminalità organizzata, minore sicurezza nelle nostre città. Questo è lo scenario drammatico prodotto delle politiche “immigrazioniste” promosse dalla sinistra e sostenute dall’Ue, al quale il governo guidato da Giorgia Meloni deve tentare di trovare delle difficili soluzioni. Per farlo serve un nuovo accordo europeo e soprattutto la volontà di guardare in faccia la realtà. Il regolamento di Dublino, ovvero il criterio dello stato di primo approdo, non funziona e crea un peso sproporzionato sui paesi quali l’Italia, Malta, Spagna, Grecia e Cipro.

Cosi come rimane una chimera il meccanismo di solidarietà (temporaneo e volontario) per ricollocare i migranti che arrivano via mare. Serve cambiare totalmente approccio. Innanzitutto bisogna stipulare dei nuovi accordi bilaterali con le autorità africane affinché siano in prima linea nella lotta ai traffici illegali di persone, usando tutte le leve a disposizione dell’UE, compresi gli accordi commerciali e la cooperazione allo sviluppo; sempre con il loro consenso si devono istituire dei centri di accoglienza e identificazione direttamente nei principali paesi di transito e di partenza; servono accordi di rimpatrio con i paesi di origine i quali devono riprendersi i propri cittadini arrivati illegalmente nell’UE; infine bisogna regolamentare il ruolo delle ONG che non devono operare come dei “taxi del mare” e favorire l’immigrazione clandestina. Queste sono le quattro priorità su cui dovrebbe lavorare a Bruxelles.

Nel frattempo è necessario rimuovere le cause profonde che portano i migranti, soprattutto i più giovani, ad abbandonare la propria terra, le proprie radici e la propria famiglia per cercare una vita migliore in Europa. A questo scopo è fondamentale promuovere un piano straordinario di sviluppo per l’Africa, basato sul reciproco rispetto e sulla reciproca assunzione di responsabilità e non sulla visione “colpevolista” cara alla sinistra la quale ritiene che gli europei abbiano causato tutti i mali del continente africano. Per realizzare tutto questo occorre recuperare il ruolo strategico dell’Italia nel Mediterraneo, anche alla luce delle enormi opportunità economiche offerte dal continente africano. Il centro-destra Italiano si è sempre battuto per una corretta gestione di flussi migratori sulla base di un concetto semplice quanto efficace: l’unica immigrazione solidale è quella legale.      

A.G.

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