9 MAGGIO: L’Europa che vogliamo!

Nel giorno in cui si celebra l’Europa unita, vogliamo ribadire il nostro impegno per la rifondazione dell’Unione europea e la costruzione dell’Europa dei popoli e delle nazioni

Abbiamo radici profonde che non gelano mai. L’Europa è prima di tutto una civiltà. Se vogliamo tenere uniti i popoli che la compongono dobbiamo valorizzare le comuni radici Ellenistiche, Romane e Cristiane, investendo maggiori risorse nel settore della cultura. Solo la riscoperta di una comune identità potrà rafforzare la consapevolezza degli Europei di avere un destino comune.

Senza Europei non ci sarà più l’Europa. Il nostro continente vive una profonda crisi
demografica che mette a rischio la sua stessa esistenza. Serve un piano straordinario in sostegno della natalità e delle famiglie. Bisogna garantire la dignità e la sostenibilità dell’invecchiamento della popolazione. Queste dovrebbero essere le priorità dell’Unione europea.

Contrastare l’ideologia “Europeista”. L’ideologia “Europeista”, che guida le istituzoni
comuni dell’Ue, promuove una società nella quale domina l’individualismo, l’idea positiva della globalizzazione, l’ideologia dei diritti dell’uomo e l’ossessione della crescita economica. Se vogliamo salvare quello che di buono c’è nell’Unione europea dobbiamo rifondarla sulla base di valori e proposte politiche libere dal “pensiero unico” Europeista.

No al multiculturalismo. Gli “Europeisti”, in nome del multiculturalismo, stanno rinnegando i nostri usi e costumi per inseguire una società “inclusiva” in cui tutti si sentano a casa propria. Attraverso l’alibi dell’inclusione si rischia di ripudiare l’eredità culturale profonda dell’Europa, indebolendo il senso di appartenza, la solidarietà e il desiderio di cooperare tra le nazioni.

Difesa dei confini e vera solidariatà. I confini forniscono ai popoli una identità che riassume i loro diritti e doveri di cittadini e la loro fedeltà verso coloro dai quali dipendono per la propria sicurezza e il proprio benessere. L’Ue deve difendere i propri confini esterni e non deve costringere i suoi cittadini ad accogliere masse di immigrati. La solidarietà deve essere garantita soltanto a coloro i quali scappano da guerre e persecuzioni. Serve, invece, un grande piano d’investimenti per l’Africa e la fine delle pratiche neocoloniali e di sfruttamento.

Le persone al centro, non i mercati. Il paradigma dominante nell’Ue è quello del mercato. Bisogna ripristinare il primato della politica sull’economia attraverso il superamento dei parametri di Maastricht e l’abbandono delle politiche di austerità. È necessario promuovere solidarietà e cooperazione effettive attraverso strumenti monetari e fiscali innovativi volti al perseguimento del benessere dei cittadini.

Difendere l’economia reale contro l’economia fondata sulla finanza. Realizzare
un’autentica economia sociale di mercato, incentrata sul “capitale umano”, sulla tutela delle tecniche di lavoro tradizionali e la valorizzazione delle specificità dei territori e dei prodotti tipici. Bisogna promuovere alti standard sociali e ambientali, senza inseguire obiettivi irrealistici, valorizzando il ruolo dell’imprenditore che investe e produce e contrastando chi specula e ricerca solamente il profitto fine a sè stesso.

Vogliamo un’Europa unita ma diversa da quella di oggi. La politica è essenzialmente un bilanciamento tra forze. A livello internazionale nessuna reale indipendenza è possibile per chi non è costituito in entità politiche di larga scala organizzate a livello continentale. Per questo motivo vogliamo un’Europa confedarele e ci opponiamo ad una federazione calata dall’alto e guidata da tecnocatri.

Vogliamo un’Europa sovrana. Non è accettabile per l’Europa rassegnarsi a un ruolo di
subalternità politica, commerciale o culturale rispetto ad altre potenze. Tutelare gli interessi strategici europei con particolare attenzione alle infrastrutture logistiche, alle nuove teconologie e all’approviginamento energetico. Rafforzare la politica estera e di sicurezza comune anche attraverso la realizzazione di una politica di difesa indipendente dalla NATO.

Rifondare l’Unione europea. Forgiare una comunità di stati e di popoli Europei fondata sul principio di sussidiarietà e sulla valorizzazione delle specificità nazionali. Cambiare i trattati su cui si fonda l’Ue rivedendo le sue competenze e concentrando le risorse solo su pochi, chiari, obiettivi che possono essere raggiunti soltanto a livello Europeo. Riteniamo necessario rafforzare il ruolo del Parlamento europeo attraverso lo strumento dell’iniziativa legislativa e indebolire quello della Commissione europea la quale deve tornare ad essere un esecutore delle scelte adottate dai cittadini e dai Governi europei.

Leonidas

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